La Regione Emilia-Romagna è disponibile a fare la sua parte per valorizzare il ruolo della chimica, ma dice no sulla chiusura del craking Eni-Versalis a Marghera, pronunciandosi a favore di una industrializzazione sostenibile sotto tutti i punti di vista. E’ quanto è emerso nella prima riunione oggi a Roma del tavolo per il settore petrolchimico, insediato questa mattina presso il Ministero per lo Sviluppo economico, per approfondire le garanzie e dare risposte alle preoccupazioni sollevate dai territori del quadrilatero petrolchimico, dopo l’annuncio dello spegnimento del cracking di Eni-Versalis a Marghera previsto a marzo 2022.
Al tavolo, convocato al Ministero dello Sviluppo economico dal viceministro Gilberto Pichetto Fratin, oltre alla Regione Emilia-Romagna, erano presenti anche il direttore generale Energy Evolution Giuseppe Ricci e l’amministratore delegato di Versalis Adriano Alfani, rappresentanti delle Regioni Veneto e Lombardia e delle Organizzazioni sindacali nazionali confederali e di categoria. Il viceministro ha annunciato che il tavolo avrà carattere permanente e nazionale, per definire il futuro della chimica di base in Italia, fondamentale per molte filiere produttive. Il governo si è impegnato inoltre a intrattenere una interlocuzione diretta con Eni-Versalis, coinvolgendo le Regioni interessate, per approfondire le garanzie e dare risposte alle preoccupazioni sollevate dai territori del Quadrilatero petrolchimico.
Garanzie saranno richieste dal Governo anche all’altro player che opera a livello nazionale, la multinazionale Lyondell Basell, in quanto operatore importante per la chimica italiana. La Regione Emilia-Romagna, in particolare, per esprimendo giudizio positivo sull’impegno del viceministro, si è detta contraria alla chiusura del cracking a Marghera a marzo 2022, a oggi unica certezza del progetto industriale di Eni Versalis, da cui deriva un evidente rischio di effetto domino sulle altre aree dei petrolchimici, a partire da Ferrara.
La Regione si è detta disponibile a discutere percorsi di transizione che abbiano tempi e modalità giusti, purché non vadano nella direzione di una deindustrializzazione e di una lenta chiusura dei petrolchimici italiani, ma di un’industrializzazione che possa garantire la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Ancora sul tavolo, quindi, tutti i dubbi relativi ad un progetto poco convincente sia dal punto di vista economico che della sicurezza, vista la previsione di trasportare la materia prima con le navi in Mare Adriatico. versale alle sue filiere strategiche: dall’automotive al biomedicale, dalla farmaceutica al tessile, all’edilizia. Risulta pertanto fondamentale che il Governo, in quando controllore di Eni, consegni una dimensione strategica integrata del ruolo della chimica per lo sviluppo del Paese, a partire dai progetti di transizione energetica, delle filiere innovative e degli investimenti green.
Il commento del Segretario Generale Uiltec Uil Emilia Romagna Vittorio Caleffi: “L’incontro al Ministero è stato assolutamente interlocutorio, ma è chiaro il segnale della politica e del sindacato per difendere e rilanciare la chimica di base nel nostro Paese, come unica premessa per favorire una vera transizione energetica ed ecologica”.
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